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sabato 19 novembre 2011

Intervista con Sandro Frinolli Puzzilli


Click.
Rumore amico, secco, importante
inconfondibile eco di altri sguardi,
chiusura nera e di nuovo la luce.



Gioca ad accennare racconti sensuali con rotondità ammiccanti oppure, interpretando l’immaginario, esprime paure e incubi affermando creature spaventose.

Trasforma oggetti e soggetti noti, mutandoli in sensazioni estetiche che spesso nulla hanno a che vedere con la matrice originaria, facendo del riconoscimento un gioco visivo e di funzione mnemonica.Conosciamolo, Sandro Frinolli Puzzilli


Domanda d’obbligo: come ti sei avvicinato alla fotografia?


Da adolescente in vacanza con amici, mi è capitata tra le mani una Yashica e da subito ho sentito un feeling con il mezzo, immediatamente mi è piaciuto il poter raccontare con le immagini momenti vissuti, l’ho trovato un mezzo sincero, diretto.


Racconta la tua passione , da dove nasce?


All’iniziale curiosità per il nuovo strumento è subito seguito un reale interesse trasformato in poco tempo in vero amore per il mondo dell’immagine, la fotografia mi ha fornito un alibi, un pretesto per osservare e studiare il mondo intorno a me, dandomi la possibilità di trasferirlo su immagini e scoprendo il potere illusorio di fermare il tempo. Un archivio dei ricordi, duraturo nel tempo, certamente di più della memoria che, col tempo, in parte dimentica e in parte modifica. La fotografia no, è fedele e veritiera, è un documento, una certificazione del momento vissuto e lo sarà nel tempo.


Come si sviluppa il tuo essere fotografo negli anni?


Nel corso della mia carriera mi sono interessato e cimentato in diversi campi iniziando col fare ritratti e sperimentando in camera oscura per studiare capire ed interpretare la stampa in Bianco e Nero. Mi sono specializzato in seguito nella moda e la pubblicità dove mi sono soffermato per un lungo periodo. 
Ho insegnato per qualche anno in corsi di fotografia e workshop.
Sono stato per un periodo responsabile della fotografia per la rivista nautica Dream, coniugando la mia passione per il mare.
Ho collaborato e collaboro, scrivendo articoli, con le maggiori riviste italiane del settore, tra queste Fotografare e Fotografia Reflex.

Tu viaggi molto sia per lavoro che per passione. L’occhio con il quale fotografi i diversi luoghi cambia in funzione del soggetto, oppure i tuoi scatti riflettono tutti una tua personale poetica?


Dopo una lunga ricerca e oramai da diversi anni, sono approdato nella fotografia di viaggi e natura approfittando della mia passione fotografica per soddisfare l’altro mio amore, viaggiare. Esploro il mondo attraverso l’obiettivo e cerco di raccontarlo con le immagini incontrate. Per rispondere alla tua domanda, credo che il modo di approcciarmi ai soggetti sia sempre lo stesso, indubbiamente influisce molto il mio stato d’animo e ovviamente il carattere della scena da riprendere. Credo che noi fotografi possiamo, come detto prima, fare della fotografia un documento fedele alla realtà, attenendoci al significato estetico, oppure interpretare e trasferire sulla foto il nostro pensiero, la nostra sensazione vissuta nell’osservare. Io provo a raccontare come vedo quella scena, quel soggetto, facendola diventare la mia esposizione dei fatti.


Cosa cattura i tuoi click...ossia cos'è la molla che ti fa venire voglia di scattare ed immortalare?


Non sono il tipo che esce di casa con la macchina fotografica senza un’idea e una metà ben precisa. Di solito parto sempre da un progetto studiato a tavolino per poi realizzarlo nel tempo, in diversi luoghi e in diverse uscite. Il progetto di solito è figlio di un idea costituita nel tempo e sviluppata, dopo aver fatto ricerche e studiato il soggetto, i luoghi adatti, la stagione e gli orari migliori per la luce, insomma una serie di fattori che mi permettano di concentrarmi unicamente sul linguaggio espressivo e la effettiva realizzazione delle mie fotografie.


Ti senti "autore" o "interprete" delle immagini che scatti?


“Autore” non lo trovo un termine adatto per un fotografo, la fotografia non è come la pittura che si parte da una tela bianca e si crea dal nulla, in fotografia, a prescindere dal genere, si parte sempre da un soggetto o una scena esistente, quindi possiamo solo interpretarla.


Cos'è la fotografia di ricerca ed analisi introspettiva?


Negli ultimi anni mi sono dedicato alla fotografia di ricerca e analisi introspettiva, per appagare il mio desiderio di fissare negli scatti le innumerevoli figure e forme, fuggevoli e mutevoli, che visualizzo mentre fotografo elementi naturali come acqua fuoco nuvole e oggetti che abitualmente occupano gli spazi quotidiani, trasformandoli in immagini che inducono l’osservatore a trovare similitudini nella propria memoria.


"Non esiste la fotografia artistica. Nella fotografia esistono, come in tutte le cose, delle persone che sanno vedere e altre che non sanno nemmeno guardare."(Nadir) Cosa ne pensi?


Condivido la seconda parte, mentre non sono d’accordo sulla prima: per me la fotografia artistica esiste e come! La parola Arte può contenere al suo interno ogni gesto dell’uomo finalizzato all’ottenimento di una forma estetica o espressione creativa, la fotografia trasporta col suo apparire un emozione visiva, quindi Arte.


Quanto conta uno strumento di foto-ritocco? Che rapporto hai con questa tecnologia?


Il passaggio al digitale l’ho vissuto da subito come un ulteriore possibilità di indagare nelle rappresentazioni fotografiche appassionandomi ai programmi di fotoritocco considerandoli opportunità illimitate per dare spazio a creatività ed immaginazione e anche strumenti utilissimi a risolvere problemi o errori commessi in fase di scatto.













Dal 3 al 9 Dicembre 2011 Sandro Frinolli Puzzilli espone a Roma presso la Galleria “Arte e Valore” in Via Labicana 48, la mostra fotografica personale intitolata “Visioni”.

Il Vernissage ci sarà Sabato 3 Dicembre alle ore 18,00.
Orari: tutti i giorni dalle ore 16,30 alle 19,30
Ingresso libero

Contatti:
Tel.: 338.143.8166
e-mail: sandrofrinolli@alice.it
http//www.sandrofrinolli.com









PATRIZIA


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