venerdì 23 marzo 2012

Abbronzatura o pallore


La primavera è arrivata finalmente...via i cappotti, le sciarpe....i primi raggi di sole cominciano ad accarezzare la nostra pelle. 
Il dilemma è sempre lo stesso tutti gli anni...meglio essere abbronzati oppure rimanere pallidi e non evidenziare i segni dell'invecchiamento?



In Asia una bella pelle è considerata il massimo della bellezza e si fa di tutto per mantenerla chiara e luminosa.
Chi ha la pelle scura, la schiarisce il più possibile con rimedi cosmetici.
Per proteggere la pelle dall’abbronzatura e dalle rughe precoci utilizzano ombrelli parasole o cappelli di paglia a falde larghe.

In passato il pallore del volto era sinonimo di nobiltà e benessere economico.


Donne eteree, sensuali, chic...
Pallide che sfoggiano un look iper-curato senza ombra di rugosità o macchie




Oggi invece le cose sono invertite, la tintarella e la passione per l'abbronzatura è divenuta sinonimo di benessere e di vita agiata e il colorito pallido è spesso associato a quelle persone che costrette a lavorare al chiuso, in un ufficio o in una fabbrica, non hanno le possibilità economiche per godersi lunghe vacanze.

Una sana abbronzatura ci regala un aspetto piacevole e ci fa sentire belle, basta non esagerare e proteggersi dai danni dei raggi solari, senza causare scottature, eritemi e invecchiamento precoce della pelle.







Attenzione però a non esagerare e non a incorrere alla tanoressia, ovvero alla dipendenza dell'abbronzatura. La tintarella viene vissuta come una vera e propria ossessione.
La tanoressia è un disturbo dovuto all’errata percezione del proprio corpo, infatti, alla base dell’ossessione abbronzatura ci sono le stesse cause che si riscontrano in caso di un disturbo alimentare: il non accettare il proprio corpo, insicurezza, autolesionismo. Ed il tanoressico si sente molto meglio quando si espone alla luce, perché migliora l’umore e l’ansia diminuisce.



PATRIZIA



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